Come si alimentano i Monaci Tibetani
? (testo
in italiano)
Πως
τρέφονται οι μοναχοί του Θιβέτ (κείμενο στα ιταλικά)
È molto intrigante la forte
relazione tra la biochimica studiata dalla scienza occi- dentale e l’antica
saggezza che, in qualche lontano angolo del pianeta, da secoli e secoli si
avvale di figure, simboli e spiritualità per spiegare gli stessi fenomeni.
Due modi di interpretare uno stesso
mondo, che possono arricchirsi e impreziosirsi a vicenda.
Se in occidente la teoria sulle
combinazioni alimentari non data oltre il secolo e mezzo, essa è parte
integrante della saggezza e ricerca dei monaci tibetani i quali, sulle vette
amene dove vivono, hanno imparato come condurre la vita indirizzata al pieno
potenziale di benessere spirituale, mentale e fisico.
La figura dei lama tibetani
affascina molte persone, spesso influenzate da immagini più o meno
folkloristiche come meditazione, levitazione, o estrema capacità di resistenza
al freddo. Andando oltre i luoghi comuni, ai monaci tibetani riconosciamo
grande dirittura morale, capacità di dominio su se stessi, saggezza,
insegnamento, tradizione, armonia, carattere, pace.
Come riescono i lama a raggiungere
questo stadio? Sicuramente attraverso intenso studio, pratica, esercizi e
disciplina. Tutto ciò li ha condotti a sviluppare una conoscenza profonda del
forte rapporto tra il corpo umano e la natura che lo circonda.
La domanda sorge spontanea: come si
alimentano i monaci del Tibet?
La risposta è racchiusa nel libro “I
cinque tibetani”, di P. Kelder, che dedica un intero capitolo alle abitudini
alimentari di un monastero sulle pendici dell’Himalaya.
La sapienza racchiusa negli antichi
monasteri del Tibet si è consolidata nel lento scorrere del tempo ed è
diventata una conoscenza aperta. Questa sapienza, insieme a diverse discipline,
tocca anche l’alimentazione che contribuisce a sviluppare salute, forza mentale
e fisica. Alla base ci sta una parola d’ordine che in occidente abbiamo forse
abbandonato: semplicità. Ne derivano regole – non imperative – che possono
risultare utili per chiunque voglia sperimentarle.
L’alimentazione dei monaci tibetani
ruota attorno ai concetti di equilibrio e di armonia con la natura. Ecco perché
si interessano anche delle varie fasi di preparazione degli alimenti, a partire
dalla coltivazione. Ciò aumenta la consapevolezza del cibo come strumento per
il sostentamento ed il benessere; percezione che invece si perde con
l’abitudine di trovare gli alimenti pronti sugli scaffali del supermercato.
A tavola i monaci mangiano
lentamente, dando importanza ad ogni momento del pasto, compresa la
masticazione. La dieta che hanno sviluppato nel corso del tempo li porta a
consumare cibi integrali, in una alimentazione di stampo vegetariano; in ogni
caso, essi raccomandano di evitare la carne di maiale.
egg_1.jpgI grassi come il burro
fanno parte della loro dieta, ma mai in grandi quantità. Le principali fonti di
energia sono allora i carboidrati e le proteine, che però i monaci non assumono
durante lo stesso pasto, perché preferiscono assumere una sola qualità di cibo
alla volta.
I monaci tibetani, infatti, spiegano
che la digestione degli amidi interferisce con quella delle proteine, e ciò può
portare ad uno spreco di energia e a una diminuzione della qualità della vita.
Concentrarsi su un solo tipo di cibo per volta può sembrare banale e riduttivo,
ma il benessere che deriva da questa situazione va oltre l’iniziale sensazione
di rimpianto per la varietà “perduta”.
Per addolcire i cibi i monaci
tibetani non ricorrono allo zucchero raffinato, e si orientano piuttosto sul
miele o su altri dolcificanti naturali. In ogni caso, sconsigliano il consumo di
dolci in chiusura dei pasti.
Per quanto riguarda il caffè, essi
lo consumano senza l’aggiunta di zucchero o latte; comunque consigliano di
eliminarlo dalla dieta qualora provocasse dei disturbi.
Infine, le uova meritano un cenno
particolare: i saggi tibetani ne consumano in abbondanza, perché molto
nutrienti, ma spesso si limitano solo al tuorlo. L’albume – sostengono – è
utilizzato soprattutto dai muscoli, e per questo è riservato a quando si
affrontano sforzi fisici.
A quanto pare, l’arte e la
conoscenza acquisite nei secoli dai monaci tibetani li hanno portati a
sviluppare un pensiero molto somigliante ai consigli illustrati da
IoVivoLeggero. Un motivo in più per cominciare con entusiasmo
e interesse!
Bibliografia:
Peter
Kelder – I cinque tibetani – Ed. Mediterranee
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